Elezioni: il Pd chiamato a scegliere tra Gianguido D'Alberto e Alfonso Marcozzi

TERAMO – Il passo indietro di Cavallari non ha trovato il Pd impreparato. Il partito infatti da tempo “fiutava” l’esito della scelta del capogruppo e, da tempo era al lavoro per un “piano B” che ruota adesso intorno ad altri due nomi: quello “interno” al partito di Gianguido D’Alberto e quello pescato “all’esterno” dell’ingegnere Alfonso Marcozzi. Sembra invece accantonata definitivamente l’ipotesi di Anna Marcozzi, appena nominata alla presidenza provinciale del Pd, e incompatibile alla poltrona di sindaco per via del suo ruolo da primario, ma anche le indiscrezioni che vedevano in quota l’avvocato Walter Mazzitti, troppo poco assimilato nel centro-sinistra per via del suo background politico. Resta il fatto che il tempo stringe e che il partito sta perdendo giorni preziosi a favore degli avversari politici. Conscio di questo, e consapevole del fatto che al futuro candidato occorreranno “garanzie” più solide, il Pd teramano, al termine del coordinamento provinciale di ieri sera ha chiesto soccorso a Legnini e D’Alfonso per “validare” quella che tra le due sarà la proposta del Pd per la poltrona di sindaco a Teramo. Il dilemma adesso si gioca tra il giovane e “nuovo” Gianguido D’Alberto, vice-capogruppo del Pd di San Nicolò a Tordino, ex ricercatore universitario e adesso dipendente dell’Ufficio legislativo della Regione , oppure il presidente dell’Ordine degli ingegneri di Teramo Alfonso Marcozzi, titolare dell’azienda Digitecno e presidente del comitato di quartiere della Gammarana. Il primo dà fiducia per essere un volto nuovo della politica, considerato preparato in materia amministrativa, ma anche per essere un ‘uomo di partito’ tesserato al Pd. Resta però il fatto che la larga partecipazione alle primarie, dove tre quarti dell’elettorato non era tesserato al Pd, ha fatto emergere anche una netta disponibilità, da parte del popolo di centro-sinistra a esplorare soluzioni esterne al partito quale potrebbe essere quella di Marcozzi. Il tempo stringe, e dal Pd giurano che il nome del candidato arriverà sicuramente sotto l’albero di Natale.